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"... si ma a me il Cabaret non piace!"


Era il 1998. Settembre. In un locale di Milano facevano le selezioni per partecipare al Laboratorio di Cabaret che di li a poco sarebbe cominciato, una volta a settimana, con il nome di "Natural Born Comedians". Il locale si chiamava (e si chiama) Zelig ed era (lo è ancora) in Viale Monza 140.

L' allora mio "socio", con il quale avevamo da qualche mese dato vita ad un duo "comico" dal nome (meglio dal cognome, anzi dai cognomi) di Paniate e Santonastaso, mi convinse (Davide mi convinceva sempre) a presentarci a quelle selezioni con uno sketch che non avevamo mai messo in scena davanti ad un pubblico.

Facemmo il provino. Eravamo tanti. Ne selezionarono dieci. Noi eravamo tra quei dieci. Il Direttore Artistico ed Autore di quel Laboratorio (si chiamava, e si chiama Romeo Schiavone) ci disse che eravamo acerbi ma che in noi c'era un grande potenziale di originalità e talento comico che andavano affinati davanti ad un pubblico "abituato" al cabaret. Quello del Laboratorio di Zelig appunto.

Ho fatto il Cabaret del Laboratorio Artistico di Zelig e poi sono entrato a far parte di quella "famiglia" di grandi creatori e Maestri di Cabaret insieme a Davide Paniate (che ora è un terzo del gruppo comico dei Boiler) fino al 2007. Poi ho scelto la strada della recitazione e della Radio.

Ma Zelig non dimentica i suoi "figli" e quando ho chiesto a Giancarlo Bozzo (che ne è il Direttore Artistico ) di provare a creare un Lab al Teatro Cantelli di Vignola in collaborazione con il Locale milanese ha accettato perché lui sa che 9 anni di quella centrifuga meravigliosa, fatta di platee enormi in Teatri, Palasport, Piazze e Locali di tutta Italia, hanno, comunque, anche se "recitante" e "in Radio", fatto di me un Cabarettista.

Perché il Cabaret è un'arte dello spettacolo difficilissima, che si "impara" con una indispensabile presenza che sale con l'artista sul palco, pur non salendoci "fisicamente": il PUBBLICO.

Non lo si studia con la teoria di regole a tavolino e con teoremi imparati a memoria e ripetuti dentro le sale prove. Si scopre se e come farlo solo ed esclusivamente in un Teatro con un Pubblico.

Il cabarettista è un professionista dello spettacolo che ha nel pubblico il solo alleato, giudice, collaboratore, avversario e trainer.

Egli, con la imprescindibile assistenza dell'Autore (altra figura essenziale e vitale), si esibisce davanti alla platea dellle serate di spettacolo (sono quelle il famigerato Laboratorio di Cabaret) ed apprende la matematicità dei tempi, la regolarità delle situazioni, la necessaria prontezza delle improvvisazioni, la irrinunciabile periodicità delle esibizioni. E così, volta per volta, fa di se una "macchina" in grado di percorrere qualunque strada, trasformando il fondo, per impervio che sia, in uno scorrevolissimo "asfalto di risate"!

Durerà fino ad aprile 2018, con due serate a settimana.

Proverà a fare di Vignola una "fucina" di talenti comici per il Regno incontrastato del Cabaret italiano.

E Voi del Pubblico sarete parte fondamentale di questo lavoro, che poi sarà una ricerca, fatta della emozione e delle risate di tante serate di spettacolo!

Scoprirete, che il Cabaret è una forma di spettacolo abbastanza giovane (è empiricamente nata negli anni sessanta in un locale di Milano che si chiama Derby), alla quale abbandonarsi vigili e partecipare con una passività attiva, che, ogni volta, vi lascerà entusiasti ed adrenalinici al termine di serate alle quali sentirete, come non capita con nessun altra forma di spettacolo teatrale, di avere CONTRIBUITO PER DAVVERO!

Succede spesso che senta il fatidico "... si ma a me il cabaret non piace!" o che veda le snobbanti espressioni di chi la considera una forma "bassa" di performance teatrale.

Esiste un modo preciso di scoprire che NON E' PER NIENTE VERO: partecipare alle serate dei Laboratori di cabaret e capire che razza di "mestiere" ci voglia per imparare a far ridere il Pubblico coinvolgendolo nel magnifico gioco della IRONIA!

In chiusura di questo primo CabaPost (ce ne saranno altri) vi voglio dire chi sono stati negli anni i miei Cabarettisti preferiti.

Perché? Perchè il BLOG è mio e "ci faccio quello che mi va"!

Tralascio Cochi e Renato che il Cabaret italiano lo hanno praticamente inventato (prima ci sono stati i Gufi eh...) e reso dal principio "inarrivabile", io amo ovviamente Mario e Pippo Santonastaso, ma anche i Gemelli Ruggeri (al Gran Pavese Varietà hanno contribuito a creare il Cabaret bolognese), diventavo pazzo per il Trioreno (Bob Messini, Marcello Foschini e Roberto Onofri), mi sbellico per la salutare stupidità di Gianluca Impastato (Chicco D'Oliva mi fa ridere e basta!), penso che Davide dal Fiume e Marco Dondarini siano un perfetto esempio della "scuola fatta sul campo", tra le donne mi sorprendo a stupirmi felice per la pura arte comica di Maria Pia Timo...

Come?

Ma sono tutti artisti in Stagione al Cantelli?

Ma va?!?!

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