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Affinità elettive...


Se un Attore incontra un Attore, i due si riconoscono. No, non parlo di quelle cose tipo: "ti ho visto in quel programma, in quella serie, in quel film" oppure, peggio, "ti seguo su Facebook o Instagram". No!

Un Attore riconosce un altro Attore perché nel desolante panorama di attori che si improvvisano tali (per quello c'è la minuscolacola!), di grandifratellati, amicidimariadefilippati, talent-miracolati e affini, gli Attori, quelli veri, quelli che di mestiere Recitano, sono diventati merce rara. Ciò accade per ragioni intorno alle quali non vale la pena polemizzare (si, in effetti varrebbe la pena polemizzare eccome, ma magari in un altro post) e soprattutto per la forte, fortissima componente Artigianale che, grazie a Dio, il Teatro continua a mantenere, rendendo diplomi e certificazioni attorial-scolastiche varie titoli la cui regolamentazione non esiste e la cui legittimazione non può che ottenersi sul "campo", che nello specifico si chiama Palcoscenico. Esaurito il pippone sermonesco e prosaico eccomi tornare al punto cui mi riferivo all'inizio: bastano due righe lette insieme, due battute scambiate con una memoria approssimativa, due sguardi e due pause allungate cui far seguire una chiusa incalzata e precisa ed ecco che la Magia si compie e i due esemplari della stessa "specie" si riconoscono e scodinzolando sono pronti ad emozionare il pubblico!

Lorenzo Ansaloni ed Eugenio Maria Bortolini sono due Attori. E non lo sono perché hanno studiato per diventarlo (lasciamo perdere il fatto che COMUNQUE lo abbiano fatto presso fior di Scuole di Teatro). Lo sono perché il Palcoscenico e la Recitazione di un Copione sono il loro Abitat naturale, il "luogo" nel quale esprimono al meglio la loro capacità di dare corpo a drammaturgie concepite per "presenze sceniche" emozionanti ed emozionate con cui il pubblico può arricchire la propria anima. Attori insomma. Voci e corpi cui affidarsi per crescere e accrescersi in una serata all'interno di quel luogo Magico che è il Teatro .

Ogni frase, ogni gesto, ogni pausa, ogni lazzo di Lorenzo ed Eugenio sono cagione di puro godimento per coloro che amano il Teatro come luogo di evasione virtuosa dentro e fuori dell'animo umano e della commedia che esso è destinato a vivere.

E il bello è che è davvero tutto lì.

Nella straordinaria facilità con cui li riconoscerete come Attori e nell'appagamento che proverete dopo l'esservi affidati a loro per farvi scoprire qualcosa di più di voi stessi.

Ho la fortuna di lavorare da parecchio tempo con questi due straordinari "animali da Palcoscenico" ed ogni volta mi scopro a ricoprirli ed ammirarli come fosse la prima volta e soprattutto come fossi uno spettatore che li trova per la prima volta per poi "inseguirli" in eterno.

Geniali nel non essere mai incomprensibili, sorprendenti nell'essere banalmente perfetti, specchi tragicomicamente riflettenti la commedia umana con una quotidianità che più originale non si può.

Attori veri dunque e come tali INSPIEGABILI a parole (figurarsi a suon di post di un blog) ma OBBLIGATORIAMENTE sperimentali solo alla prova dei fatti.

Anzi di quel FATTO unico ed "artigianale" che è uno spettacolo di Teatro dopo il quale, ogni volta, si diventa tutti, dentro e fuori, un po' più GRANDI!

(sabato 13 gennaio, "Non buttiamoci giù", ore 21:15, Teatro Cantelli, Vignola)

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